
Una percentuale stimata che si aggira fra il 95% e il 99% delle imprese italiane è assicurata in maniera parziale o è priva totalmente di qualsiasi copertura. Infatti, sono poco più di 5.000 le aziende che hanno una polizza specifica per danni da inquinamento.
Diverse sono le ragioni di questa situazione:
- le problematiche ambientali sono generalmente molto tecniche e di non immediata o facile comprensione;
- un’errata valutazione dei potenziali danni da inquinamento conseguenti all’esercizio della propria attività: molte aziende sottovalutano questo rischio e sono convinte che sia impossibile causare un danno;
- la sottovalutazione delle conseguenze inquinanti del rischio incendio, che riguarda la quasi totalità delle aziende, comprese quelle che svolgono attività a basso rischio;
- la scarsa conoscenza degli obblighi di legge: la normativa ambientale italiana ha raggiunto, negli ultimi 10 anni, un livello di severità molto elevato;
- la sottostima dei costi derivanti da una bonifica ambientale;
- la mancata analisi dei danni che si possono causare a terzi;
- la sovrastima dell’efficienza delle proprie misure di prevenzione e protezione;
- la poca conoscenza sia del rischio sia dei prodotti assicurativi da parte degli stessi intermediari assicurativi;
- il continuo utilizzo della clausola di estensione all’inquinamento accidentale su polizze responsabilità civile aziendale, con scarsa conoscenza della limitata operatività di questa norma.
Le possibili coperture per i danni da inquinamento sono le seguenti:
- inquinamento accidentale
- inquinamento graduale
- contaminazione storica
- bonifica sul sito delle matrici ambientali (acqua, suolo)
- danno ambientale
- gestione delle emergenze
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